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Ognuno ha il diritto di impedire che le proprie informazioni personali (numero di telefono, indirizzo, ma anche scuola che si frequenta, foto personali, ecc…) diventino note ad altri. E’ quello che si intende per “diritto alla privacy”. Saperlo riconoscere, gestire e difendere è il primo passo per navigare in Rete in modo responsabile.
Su Internet i più giovani raccontano esperienze, condividono cosa gli piace e cosa no, postano le foto dei loro momenti più importanti. Ma non solo: vogliono avere sempre più amici, cercano un pubblico, persone con cui interagire. Manifestano insomma, il bisogno di stare in relazione, ma anche di mostrarsi e di ricevere approvazione, strettamente connesso alla ricerca di una propria identità. E la privacy?
Saper gestire la propria privacy, non a caso è il primo passo per navigare su Internet in modo consapevole. Riguarda la propria sicurezza online, ma anche la “reputazione” e il saper stabilire il giusto confine tra sé e gli altri. Per questo parlare di privacy con i tuoi figli/e, può essere davvero un’occasione educativa importante.
Parla loro anche di una nuova normativa per la protezione della loro privacy, il GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati Personali), entrato in vigore nel Maggio del 2018, che introduce tutele e limiti con riferimento alla loro minore età. Devi sapere infatti che Il GDPR stabilisce l’età necessaria per una persona a fornire il proprio consenso al trattamento dei suoi dati (nel nostro paese l’età del consenso del minore è stabilita ora a 14 anni). Tale consenso è fondamentale per usufruire di molti dei servizi di Internet (app. social network, ecc.). Prima di questa età è il genitore che deve fornire il consenso per conto dei propri figli/figlie. Occorre quindi informarsi sempre, leggere condizioni di uso e informative sulla privacy, ma anche ad esempio, verificare che le autorizzazioni richieste delle app siano coerenti con i servizi offerti da quella specifica app.
Ricorda che anche dopo aver dato il consenso per il trattamento ai dati personali di tuo figlio/figlia hai il diritto di sapere per quali fini sono stati adoperati, quali dati sono stati adoperati, a chi sono stati comunicati. Sii sempre vigile perché hai la possibilità di revocare tale consenso, in quanto i dati sono e restano dell’interessato.
Sul lato educativo, inoltre hai la possibilità di condividere con i tuoi figli/e considerazioni sui confini della privacy, sulla differenza tra che è personale e ciò è pubblico, sui rischi a cui ci può esporre dando di sé troppe informazioni online. Soprattutto per i più giovani, la declinazione personale della propria idea di privacy è una ricerca costante di un equilibrio tra desiderio di condivisione e riservatezza.
Anche in qualità di genitori è importante tutelare la privacy dei propri figli/e. Hai mai sentito parlare di “sharenting”? E’ un termine utilizzato per descrivere la condivisione eccessiva da parte die genitori di contenuti che riguardano i propri figli/e (fatti, fotografie, video…). La sovraesposizione di bambini e bambine in Internet andrebbe evitata sempre, anche in questo modo in fatto si viola la loro privacy e si lasciano tracce digitali che potrebbero essere poco gradite e di cui si perde il controllo, una volta in rete.
Cosa si intende per privacy “Privacy” è il termine per indicare il “diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata” (art.1 D.lgs n.196/2003). Tale diritto garantisce ad ogni individuo che i suoi dati personali non siano divulgati o conferiti a terzi senza la sua autorizzazione e che siano trattati nel rispetto delle regole e dei principi stabiliti dalla legge come attuativi del Diritto alla Privacy. Il diritto alla privacy e, in particolare, alla protezione dei dati personali è un diritto fondamentale delle persone, collegato alla tutela della dignità umana, come sancito anche dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea (art. n.7 e 8) Per dato personale si intende “qualunque informazione relativa a persona fisica, identificata o identificabile, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale” (art.4 D.lgs 196/2003).
I dati personali si dividono in tre categorie (art. 4 D.lgs 196/2003) dati sensibili : “i dati personali idonei a rivelare l'origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l'adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale”
: “i dati personali idonei a rivelare l'origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l'adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale” dati identificativi : “i dati personali che permettono l’identificazione diretta dell’interessato”. Sono dati personali ad esempio il nome e cognome, l’indirizzo, il codice fiscale, dati sanitari, bancari ma anche la foto o la registrazione della voce.
: “i dati personali che permettono l’identificazione diretta dell’interessato”. Sono dati personali ad esempio il nome e cognome, l’indirizzo, il codice fiscale, dati sanitari, bancari ma anche la foto o la registrazione della voce. dati giudiziari: "i dati personali idonei a rivelare provvedimenti (di cui all'articolo 3, comma 1, lettere da a) a o) e da r) a u), del d.P.R. 14 novembre 2002, n.313) in materia di casellario giudiziale, di anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dei relativi carichi pendenti, o la qualità di imputato o di indagato (ai sensi degli articoli 60 e 61 del codice di procedura penale)”;
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I Super Errori. Episodio II - Tempestata
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